La notizia era di quelle molto attese da chi, come me, si occupa professionalmente di informatica.
Il fatto che il Parlamento Europeo abbia finalmente espresso la sua opinione con l’ennesima votazione – la terza credo – sulla non adozione all’interno della Comunità Europea dei brevetti software.
Qui non si tratta della vittoria di Davide contro Golia, cioè delle comunità cyber-anarchiche contro le lobbies delle più o meno grandi multinazionali del software, o comunque non solo di questo, si tratta piuttosto di stabilire il principio della scelta fra un modo , ed un costo, di utilizzare o di sviluppare software con un’altro.
La stessa idea che era alla base dei referendum sulla procreazione assistita e cioè quello di offrire una scelta in più alle famiglie o ai malati i quali in funzione delle proprie idee e credo potessero scegliere (poi sappiamo bene come è andata a finire).
Bene, secondo me, il fallimento della richiesta di imporre i brevetti sul software da parte delle grandi industrie offre, sia a noi produttori che ai consumatori, la possibilità di scegliere, che se mi ricordo bene dovrebbe essere una pietra miliare dei sistemi che si basano sulla democrazia.