Reti di Impresa: Stato dell'arte, potenzialità e problemi

Lunedì 22 ottobre si è tenuta una sessione congiunta fra Milano e Firenze del Convegno dal titolo “Insieme per vincere. La sfida della crescita. Una nuova Italia è possibile. Imprese più forti in Rete” organizzato dalle Camere di Commercio delle due città con lo scopo di fare il punto sullo stato dell’arte delle Rete di Imprese in Italia.

Su questo argomento avevo già scritto in passato qui

Ad oggi sono stati stipulati poco più di 450 contratti che coinvolgono oltre 2.500 aziende di queste circa 500 sono in Lombardia ed al secondo posto c’è la Toscana con 400, segue l’Emilia Romagna con 250.

La nota ricorrente da più parti è stata che il Contratto di Rete è ancora oggi un ibrido e necessita di essere ulteriormente perfezionato dal punto di vista normativo, come è necessario maggiore coraggio da parte dello Stato, delle banche ma anche da parte delle imprese, le aziende in Rete sono ancora troppo poche.

A tal proposito è stato fatto un appello (da Sangalli presidente della Camera di Milano) alle associazioni di categoria a diffondere la cultura della Rete di Imprese e che anche le stesse Camere di Commercio dovrebbero mettersi in Rete (ingenuamente pensavo che almeno loro, anche se in modo meno istituzionale, già lo fossero).

Quindi per tornare alle Reti ancora sono troppo poche, in parte la colpa è la paura degli imprenditori che questo strumento limiti i propri spazi di intervento, in ogni caso la cultura di Rete è ancora poco diffusa in Italia più per mancanza di conoscenza che per ostilità.

Interessante alcuni stralci di una ricerca presentata da Roberto Mannheimer dove se si chiede al singolo imprenditore come percepisce la situazione dell’Italia, la risposta è “male”, se gli si chiede quella del proprio settore  è “malino” ed invece come va la propria azienda “me la cavo”. Cioè più ci si avvicina a se stessi e più al percezione migliora. Buffo.

Sempre dalla ricerca di Mannheimer alla domanda come vedete la situazione generale in Italia fra un anno, il 57% ha dichiarato “peggioramento”, il 36% “in ripresa” e poi vorrei conoscere quel 6% che ha dichiarato che continuerà “ad andar bene come adesso”

L’intervento di Novari, l’AD di H3G Italia, è stato improntato sul suo percorso personale che lo ha portato dalla sua città natale Genova a Milano e da lì a diventare il responsabile, ormai da anni, di una grande multinazionale in Italia.
Novari ha sottolineato la necessità ed anche la responsabilità di fare impresa in Italia, per contribuire al cambiamento – in meglio del nostro paese – che all’estero è percepito come un Luna Park dove la fanno da padrone i soliti luoghi comuni e fra questi non c’è la serietà.
Novari ha concluso con una frase che non lascia adito ad interpretazioni “oggi in Italia fare Rete non é un’alternativa ma é un obbligo”.

Molto interessante l’intervento di Gian Luca Brambilla di eAgisco che non le ha mandate a dire lamentando le solite difficoltà burocratiche italiane che rallentano il processo di vita delle Reti di Imprese e che continuando così “non si va da nessuna parte”.
Le parole chiave sulle quali il legislatore deve ancora lavorare sono Fiscalità, Lavoro e Giustizia e soprattutto le Reti “devono costare poco”.

La natura della Rete di Imprese, proprio per evitare che sia assimilata ad un Consorzio o ad una Società, deve essere quella di sperimentare (su un prodotto, un mercato, ricerca e sviluppo, etc), se poi va bene può costituirsi in società altrimenti in modo semplice e rapido si scioglie.

A questo deve mirare lo strumento dei contratti di Rete di Imprese e per farlo va tolto dall’ambiguità dove ancora si sta trovando per fornirgli quelli elementi di flessibilità e basso costo che gli permetteranno di decollare in un futuro prossimo.

Personalmente sono comunque interessato all’argomento e su vari fronti stiamo prendendo in considerazione la creazione di Reti di Imprese, quindi restate sintonizzate perchè è probabile che in questo blog pieno di tweet nasca un diario di bordo su questo argomento.

PS: piccola nota negativa la non possibilità di connettersi al wifi del Centro Convegni ,  ma probabilmente ha un senso anche perchè credo di essere stato l’unico che ha tweettato durante l’evento  #impreseinrete e questo non è buona cosa ;-)

 

 

 

 

 

 

Nuovo strumento per le imprese: Contratti di Rete

Lo scorso giovedì 19 maggio a Bologna ho partecipato al convegno “Sviluppare reti d’impresa efficaci” ottimamente organizzato da PD for ,società di consulenza direzionale.

L’argomento è di sicuro interesse visto anche l’alto numero (circa 300) di partecipanti.

Si è parlato di un nuovo strumento legislativo (mi pare  legge 122 del 2010) il cui scopo è quello di favorire e regolare l’aggregazione fra imprese, seppur che ognuna continui a mantenere la sua specifica identità, questo strumento si chiama CONTRATTO DI RETE.

L’esigenza di un impianto normativo di questo tipo nasce per fare in modo che le imprese italiane superino la radicata tendenza a rimanere micro , attitudine che in un mercato globalizzato costituito per la maggior parte da grandi corporate a lungo andare porta ad un inesorabile declino del tessuto produttivo italiano.

Adottare i Contratti di Rete porta :

  • Semplificazioni
  • Incentivi nazionali e regionali
  • Supporto finanziario
  • Agevolazioni fiscali (sugli utili, agevolazioni che proseguono anche dopo l’eventuale termine del CONTRATTO DI RETE)

Al 18 maggio 2011 i contratti stipulati in Italia erano 54 e coinvolgevano circa 200 imprese.

L’obbiettivo di Confindustria per  il 2011 è quello di raggiungere i 200 contratti di rete

In pratica il contratto di rete è una libera aggregazione tra Imprese.
Impone per statuto che le imprese definiscono un piano comune di azione per il futuro.
L’aggregazione può avvenire anche fra imprese presenti in regioni diverse
Il Contratto di Rete presuppone :

  • Fondo Patrimonio Comune (non obbligatorio , ma non averlo ha poco senso se ci si aggrega a fronte di un progetto
  • Organo di Gestione Comune
  • Contratto stipulato da un notaio con registrazione dello stesso
  • Deve indicare :
    • CHI partecipa
    • COSA FACCIAMO
    • COME LO FACCIAMO
    • CON CHE DENARO
    • PER QUANTO TEMPO IL SODALIZIO RESTA IN VITA
    • CHI COMANDA
    • CHI CONTROLLA

La Comunità Europea il 26 gennaio 2011 ha dichiarato che le RETI DI IMPRESA non sono aiuti di Stato alle imprese, quindi in pratica questo strumento ha piena legittimità ad essere utilizzato in Italia.

Dall’Intervento FINANZA E CREDITO: RATING DELLA RETE di Andrea Ricci  – Resp. Risk Management Direzione Rischi – BNL – Gruppo BNP Paribas , pare che alle banche la formula del Contratto di Rete sia gradita, perchè OBBLIGA le imprese che fanno parte della rete a pianificare il loro futuro almeno per il triennio successivo, e quindi offre alle banche , oltre al Bilancio che è importante , ma che è pur sempre una visione sul passato delle aziende, uno strumento come il Business Plan che invece guarda al futuro.
BNL – afferma  – che sarà pronta fin dai prossimi mesi estivi ad iniziare ad esaminare le richieste di credito da parte delle imprese che utilizzeranno Contratti di Rete.

Come è stato detto durante un intervento, meglio di molte parole queste due immagini rendono perfettamente l’idea delle potenzialità del Contratto di Rete